Avviene così che il leone, simbolo del fuoco, s’impossessa del corpo di un toro, emblema della terra, sbranandolo con fauci e zampe fatte di rostri d’uccelli colorati. L’intero corpo del predatore è realizzato dai suoi predati, gli uccelli proseguono fino a scovare il loro nido, all’interno del quale una madre nutre i suoi neonati, nell’immaginario del Pittore il ciclo della vita viene in questo modo allo scoperto. A sostegno del nido troviamo rami e foglie, cha costituiscono anche il toro e, a ricordare la notoria forza e il calibro del combattente, un serpente gli fa da coda, anch’esso fatto di foglie e predatore a sua volta del nido. All’interno del creato, ecco sul fondo le trasformazioni delle farfalle in pesci e poi tartarughe, in un moto regolato dalla legge naturale che domina il quadro, riportando il terzo elemento naturale: l’acqua. Il ciclo si completa con un simbolo d’aria, il falco che si staglia nel cielo pur restando legato alla scena in corso, e dona, nella sua leggera definizione pittorica, il senso di etereo e sfuggente della vita. La lotta ruota attorno ad un girasole, i cui petali inneggiano al fuoco, come fosse il motore della forza della natura, in un fecondo dialogo con la dea generatrice Gea.